Preoccupazione per i contratti a canone concordato dalle anticipazioni relative alla Legge di Stabilità

Dalle prime anticipazioni a nostra disposizione a proposito della Legge di Bilancio approvata (salvo intese) dal Consiglio dei Ministri (la formula salvo intese significa che non esiste ancora un testo preciso e definitivo) emerge qualche elemento di soddisfazione, assieme a molti elementi di preoccupazione ed allarme: fra i primi si colloca la riproposizione, pare certa, della batteria di detrazioni fiscali per ristrutturazioni, sicurezza sismica e risparmio energetico, il ché rappresenterebbe sicuramente un dato positivo. Fra i motivi di allarme invece la paventata volontà del Governo di portare la cedolare secca sui contratti a canone concordato dal 10% (in scadenza quest’anno) al 12,50 % dopo le reiterate promesse di mantenere inalterata l’aliquota fatte da pressoché tutte le forze politiche. Sarebbe una misura che depotenzia uno strumento sociale apprezzato da tutti (proprietari ed inquilini) che in questi anni ha contribuito a calmierare i canoni e a far emergere quote ampie di evasione fiscale. (Tant’è che questa agevolazione ha prodotto una crescita complessiva delle entrate come ampiamente testimoniato in numerosi documenti del Tesoro e dell’Agenzia delle entrate). Il fatto che la rideterminazione dell’aliquota su questi contratti sia accompagnata da una sua stabilizzazione a regime non cancellerebbe il nostro dissenso sulla misura di aumento ove fosse confermata. Resta poi da capire se verrà prorogata come sarebbe necessario la possibilità di stipulare contratti a canone concordato in quei comuni soggetti in passato a calamità naturali come previsto dal Decreto del 2014. Si tratta di centinaia di comuni che, in assenza di proroga vedrebbero cessare il beneficio fiscale dopo anni di vigenza. Se così fosse si andrebbe in direzione contraria rispetto alla necessità di allargare il più possibile l’area dei comuni in cui è possibile e conveniente stipulare contratti a canone concordato. Se queste anticipazioni fossero confermate agiremo nei confronti del Governo e del Parlamento per ottenere le modifiche necessarie chiamando ad un’iniziativa unitaria tutte le associazioni della proprietà e degli inquilini.

Zagatti Alfredo (Presidente Nazionale ASPPI)

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